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MODELLI DI APPRENDIMENTO NELLA NETWORK SOCIETY

ARTICOLO – Di Felice Paolo Arcuri – Direttore Operativo Technoscience e Direttore Generale S3 Opus

 

Benvenuti nella Network Society

Innanzitutto occorre chiarirci su un aspetto fondamentale: in quale società stiamo vivendo? Non nella società dell’informazione e della comunicazione come molti studiosi continuano a sostenere, ma nella società delle reti. C’è differenza? Si, e sostanziale.

Come molti studiosi hanno dimostrato, la Network Society è qualcosa di più e di diverso dal concetto di società dell’informazione e della conoscenza: mentre questa rappresenta lo sviluppo lineare della società industriale in termini di innovazione tecnologica e di modernizzazione, il concetto di società della rete sposta l’enfasi sulla trasformazione organizzativa e l’emergere di una nuova struttura sociale interdipendente, con i suoi processi di potere e di contro-potere.

L’individuo collegato in rete rappresenta l’unità di base di questa nuova società, le relazioni in rete vanno gradualmente sostituendo o integra do le reti sociali di comunicazione face-to-face e le attività sono sempre più organizzate attorno a reti di informazioni elaborate elettronicamente.  Le informazioni costituiscono la sostanza della società contemporanea, mentre le reti modellano le forme organizzative di questa società.

La diffusione di una logica di rete modifica in modo sostanziale il funzionamento e gli esiti nei processi di produzione, esperienza, cultura e potere. E’ all’interno delle reti che si trova oggi il potere reale ed è all’interno delle reti che si è spostato il conflitto cruciale della nuova società, tra le forze che lottano per conquistarne il predominio esclusivo senza controllo sociale e forze che, invece, spingono per l’affermazione di una rete di culture interagenti, unificato dalla credenza comune nel valore d’uso della condivisione.

Il secondo punto che va chiarito riguarda i fattori che hanno prodotto la trasformazione e il passaggio dalla società della comunicazione alla società delle reti. Il passaggio è frutto dell’evoluzione tecnologica? Certamente la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e in particolare del web, ha reso possibile il salto epocale: ormai siamo abituati a vivere costantemente interconnessi, con tablet, pc e cellulari sincronizzati giorno e notte, facendo mille cose assieme (leggere, ascoltare musica, scrivere, cercare informazioni, parlare….) in una rivoluzione multitasking dove la conoscenza arriva da mille fonti che vengono continuamente confuse e mescolate che sta ridefinendo assai velocemente i modi di socializzare, l’organizzazione del lavoro e la stessa struttura sociale.

Ma il paradigma tecnologico dell’informazionalismo da solo non spiega il salto epocale. Lo facilita, lo rende possibile ma se non si fosse combinato con altri fattori sociali non avrebbe avuto un impatto così rivoluzionario.

L’innovazione tecnologica diventa rivoluzionaria quando incontra e si fonde con le istanze libertarie dei movimenti sociali degli anni Sessanta e Settanta. Questi movimenti hanno avuto la forza di affermare nuovi valori sociali, quali quelli di libertà personale, autonomia sociale, autodeterminazione dei popoli, ma anche difesa dei diritti civili, lotta ad ogni forma di discriminazione, alla povertà, al consumismo, contrasto a ogni forma di guerra e di imperialismo rispetto per l’ambiente e l’ecologia.

Questi movimenti hanno prodotto una profonda trasformazione dei valori della società. I valori chiave che hanno di fatto creato una nuova cultura in tutto il mondo, sono tre: il valore di libertà e autonomia individuale nei confronti delle istituzioni della società e del potere delle imprese; il valore della diversità culturale e l’affermazione dei diritti delle minoranze, espressi in termini di diritti umani; e il valore della solidarietà ecologica, che privilegia gli interessi della specie umana come bene comune, in opposizione ai valori industriali di crescita materiale e il consumo ad ogni costo.

 

Un nuovo paradigma per l’apprendimento e la formazione

La nuova cultura della condivisione propria della Network Society sta trasformando i modelli di apprendimento tradizionali che puntano sulla qualità e sull’estensione delle conoscenze didattiche e di contenuto dell’insegnante, e che sono basati sull’individualismo e la competizione:

  • Il metodo individualistico, che enfatizza il lavoro individuale di ciascuno studente senza tenere in considerazione gli altri, di fatto esclude ogni forma di interdipendenza e di sinergia;
  • Il metodo competitivo, basato sul confronto tra studenti e sull’identificazione del “migliore”, determina una relazione di interdipendenza negativa tra gli individui, dove la percezione del successo individuale è legata al fallimento degli altri.

Entrambi questi modelli sono inadeguati rispetto alla nuova cultura inclusiva propria della Network Society, che postula al contrario modelli formativi basati sulla centralità dello studente e sulle interdipendenze positive con gli altri studenti: ogni studente deve sentirsi inserito in un contesto di gruppo e deve percepire di essere collegato con gli altri in modo tale che non può avere successo senza fare gruppo, ma anche che lui è indispensabile per il gruppo.

Queste condizioni determinano ricadute positive sulla motivazione, l’autostima e l’impegno, ma anche sulla qualità delle relazioni interpersonali. Anche per le moderne teorie costruttiviste, l’apprendimento è un’attività che si connota come collaborativa e attiva. Alla partecipazione all’interazione con l’ambiente circostante viene attribuito un ruolo di primo piano.

 

Collaborative learning

L’apprendimento collaborativo si basa anzitutto su un approccio di tipo strutturalista, dove viene enfatizzato l’apprendimento come processo sociale che prevede la costruzione attiva di nuove conoscenze attraverso l’interazione di gruppo e la discussione tra pari, in aperta contrapposizione alla visione comportamentista, che considera l’apprendimento un’attività puramente individuale. L’apprendimento è un processo di costruzione sociale di conoscenze e competenze basato sull’elaborazione dell’informazione, sull’uso di strategie e sulla verifica di ipotesi, in un contesto che non può prescindere dalla collaborazione tra i partecipanti, che utilizza le tecnologie dell’informazione e della comunicazione come “amplificatori culturali”. Più precisamente, l’apprendimento di gruppo è di tipo “cooperativo” se i membri del gruppo sanno operare individualmente con grande senso di responsabilità (costruttivismo individuale) ma, nel contempo, giovarsi della collaborazione altrui, riconoscendola come forma positiva di interdipendenza grazie alla quale è possibile pervenire a una costruzione delle conoscenze (costruttivismo sociale).

L’elemento caratteristico del Cooperative Learning è dato dalla modalità di “lavorare in gruppo” degli allievi e dei docenti; l’obiettivo di fondo consiste nell’ottenere il coinvolgimento attivo degli studenti nel processo di apprendimento. In particolare l’insegnante assume un ruolo di guida e di facilitatore dei processi di apprendimento.

 

Tecnologie collaborative

Lo sviluppo del web e di nuove piattaforme di blogging open sources facilmente personalizzabili hanno reso possibile la diffusione di processi di apprendimento collaborativo, dando luogo a modelli di insegnamento/apprendimento caratterizzati essenzialmente da comunicazione bidirezionale e interattività; libero scambio di informazioni; circolazione di idee in maniera sincrona e asincrona,. Studenti e docenti possono impegnarsi in attività insieme e ad altri studenti remoti, nello stesso paese o in altri; accedere a informazioni e condividerle; costruire la propria conoscenza in una dimensione non più locale ma virtualmente planetaria e scoprire che certi problemi possono essere meglio risolti lavorando insieme.

I principali software collaborativi, facilitando e rendendo più efficace il lavoro cooperativo da parte di gruppi di persone che interagiscono a distanza, contribuiscono alla diffusione dell’apprendimento collaborativo e di comunità virtuali di apprendimento. Gli studi più recenti dimostrano come l’apprendimento collaborativo sia più efficace rispetto ai metodi tradizionali, in quanto determina un più elevato livello di ragionamento, un più frequente sviluppo di nuove idee e di soluzioni e un maggior trasferimento di ciò che si è appreso da un contesto ad una altro rispetto all’apprendimento competitivo e a quello individualistico.

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